PIETRE D’INCIAMPO / TRACCE per Alfredo Winter a Milano

MILANO | Giovedì 23 gennaio 2025 (ore 10.20, via Sanfelice) cerimonia di inaugurazione per la posa di nuove pietre d’inciampo.

L’Associazione Culturale TRACCE, in accordo con tutto il Comitato Pietre d’inciampo di Milano e della sua Presidente Alessandra Minerbi, ha voluto e contribuito alla posa di 3 nuove pietre d’inciampo, che raccontano la storia di un bambino di 9 anni (Alfredo Winter “Alfredino”) e della sua famiglia (la madre Marie Meta Kuh in Winter e la nonna materna Karolina Mayer) travolta dagli orrori della storia.

TRACCE ha scoperto Alfredo Winter e la sua vicenda in occasione del IV percorso del progetto narrativo “DUE DENTRO AD UN FOCO – Storie di pietra”, e ne ha voluto fortemente ricostruire la storia lavorando attivamente per ottenere la posa di una pietra d’inciampo che ne salvaguardi la memoria.
La ricostruzione delle vicissitudini di Alfredo Winter si deve soprattutto al lavoro di ricerca della professoressa Alessandra Minerbi.

Alfredo, nato in Germania nel marzo 1935, arriva in Italia nel 1937 all’età di 2 anni, insieme al padre, la madre e la nonna. Emile, il padre, decide di raggiungere il cognato Herman Kuh e sua moglie Augusta Vorgeitz. Inizialmente Emile e Herman lavorano insieme presso un’azienda che produce insaccati, entrambi sono macellai, ma nel febbraio 1941 Emile viene inviato nel campo di internamento di Urbisaglia (Macerata, nelle Marche). E questo lo salva dalla deportazione e gli salva anche la vita perché dopo l’8 settembre fuggirà e si unirà a un gruppo di partigiani marchigiani.
Il resto della famiglia, rimasto a Milano, sarà deportato. Tornerà solo Augusta, non ebrea, internata a Ravensbrück. Alfredo, la mamma, la nonna e lo zio finiranno ad Auschwitz. Nessuno di loro farà ritorno.

Alfredo è solo uno dei 968 bambini (1930-1944) deportati dall’Italia e uccisi quasi tutti ad Auschwitz.


Alfredo Winter
nato a Worms, a sud di Francoforte, il 30 marzo 1935.
Arrestato a Milano, il 28 maggio 1944.
Deportato a Fossoli e poi ad Auschwitz
dove arriva il 30 giugno 1944, all’età di 9 anni.
Non è sopravvissuto alla Shoah.



Nella foto Alfredo Winter e Tino Grando, amici e vicini di casa, ritratti in piazzale Martini all’età di 8 o 9 anni.